lunedì 20 febbraio 2012

From venice with mask

Inizi a respirare l'atmosfera del carnevale di Venezia gia' sul treno che ti porta lì da Mestre. All'interno dei vagoni è possibile vedere ragazzi con in faccia il trucco e nei bustoni il costume da indossare una volta arrivati in stazione. Qualcuno si è gia' vestito, ti sorride e cerca di avere dal tuo sguardo una anteprima di quella che sara' l'accoglienza una volta che si sara' lanciato nella mischia. Eh si, perchè camminando per la citta' in questi giorni ti accorgi che chi si traveste non lo fa solamente per il piacere di farlo, ma anche e in alcuni casi soprattutto per far cadere gli occhi degli altri su di se'. Nulla di male in tutto questo, anzi. Le maschere piu' originali, in alcuni casi direi quasi "professionali" amano camminare a passo lento, mettersi in posa per gli scatti dei fotografi , che per questa settimana offendono ponti e gondole sottraendo ed esse l'attenzione degli obiettivi.

Ma quanto sto scrivendo con tono serio,vediamo di riportare il tono ad uno piu' consono per il blog:


Non avevo mai visto Venezia, pensate che all'inizio mi era venuto istintivo cercare la metropolitana, per arrivare a piazza S. Marco. Cartina alla mano individuo il percorso verso la piazza principale, in ogni caso non potrei sbagliare nemmeno volendo: E' un fiume umano , sembriamo tanti globuli di vari colori che percorrono una vena.
Ora, immaginate di andare ad una festa in maschera e di essere vestiti normalmente. Moltiplicate il tutto per 415 km2 e capirete perchè appena usciti dalla stazione quasi tutti i turisti puntano ai negozi che vendono le tipiche maschere. Ce ne sono di vari tipi , da quelle di cartapesta – fatte dagli artigiani veneziani – a quelle di plastica , piu' resistenti ma con meno fascino.Come per tutte le cose ormai, ci son anche quelle fatte dai cinesi – davvero – anche se le riconosci facilmente dato che i fori per gli occhi sono a mandorla.

Comunque io,dopo aver appurato (con una certa delusione)che il costume da ape Maia mi andava stretto ho optato per questa tipica maschera di cartapesta:




Finira' appesa sulla parete della stanza, oppure – vista la mia pigrizia – buttata in qualche cassetto.
Gli do' qualche settimana di vita. Tornando alle maschere , altri oggetti tipici per improvvisare un travestimento sono cappello, mantello nero e relativa parrucca bianca a boccoli.

Se la maggior parte dei visitatori occasionali si addobba così , i professionisti del carnevale indossano invece i tipici costumi nobiliari veneziani , in vendita o in affitto a prezzi decisamente alti.
Ci son poi gruppi di ragazzi che si vestono "A tema" , per esempio c'era un gruppetto di quattro ragazzi vestiti da Ghostbusters , che giravano con un aspirapolvere spara-coriandoli e giravano con l'audio della colonna sonora del film. Bella idea, tanto bella che l'ha avuta anche un altro gruppo che ho incontrato dopo qualche minuto. Avrei voluto assistere al momento in cui i due gruppi si son incontrati. A me gia' rodeva quando incontravo uno con la mia stessa mascherina, figuriamoci come l'avranno presa loro. Simpatica era pure l'idea di un gruppo di ragazzotti che si eran vestiti da Beatles e si eran piazzati in una viuzza , strumenti alla mano, a fare il playback di tutte le canzoni. Se chi abitava lì forse non avra' apprezzato, la gente di passaggio invece si fermava volentieri ad assistere allo spettacolo.  Non son mancati poi i costumi originali e spiritosi, come la nostra amica qui sotto:

Dopo un po' finalmente arriviamo a piazza S.Marco, passando dal ponte di Rialto.In questi giorni è uno dei posti in cui ogni tanto sembra che il mondo si dia appuntamento.Devo ammettere che maschere ,canti e balli per quanto ci provino non riescono a distrarti dalla bellezza della città.Eh gia',perchè Venezia durante il Carnevale è come una donna con una bellezza unica che per alcune sere si trucca in modo strano, che se ogni tanto concentri lo sguardo su di lei e ignori l'addobbo scopri angoli belli come solo le espressioni che appaiono a volte sul volto di una donna possono essere. Ogni vicolo (calle) ogni piccolo ponticello , persino il piccolo movimento delle onde sugli scalini incantano. Mi è piaciuta proprio perchè , non saprei come spiegarvelo meglio, simboleggia come l'uomo sia riuscito a creare un ambiente dove vivere, nel posto in cui avrebbe dovuto esserci semplicemente acqua.

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