lunedì 27 febbraio 2012

buon appetito!

Forse non lo sapete, ma per quanto riguarda l'editoria al giorno d'oggi in cima alle classifiche di vendita in Italia ci sono i libri di ricette. Diventati veri e propri best-seller, vendono milioni di copie. Si dice che i libri siano il cibo della mente, è evidente che non tutti si accontentano di soddisfare solo quest'ultima.



In ogni caso, potrebbe essere una idea per ogni giovane scrittore quella di cimentarsi in questo campo, seguire la corrente e vedere dove porta. Vorrei sottoporre alla vostra attenzione una serie di ricette oserei dire di mia creazione – se fosse vero – di difficolta' media ma adatte alle esigenze di tutti voi e con un'occhio alla linea. Eccola:



Tornando alle ricette, iniziamo con :



PASTA ZUCCHINE E PHILADELPHIA – difficolta' medio\alta



Ingredienti:



-Un pacco di pasta , di quella tipo rigatoni penne ecc insomma che il pezzo di zucchina si infila all'interno, facciamo 300 grammi

-Quattro uova

-Due\tre zucchine

-Una philadelphia

-pentole, scolapasta, gas per accendere il fornello

-Una donna



Se avete una donna, prendetela e mettetela ai fornelli. Potete saltare tutta la parte scritta qui in basso. Altrimenti, ecco il procedimento alternativo:

Per prima cosa prendete le uova e rimettetele nel frigorifero, che non c'entrano nulla con il piatto in questione.Poi lavatevi benebene le mani, prendete le zucchine, lavatele e tagliatele alla julienne oppure in qualsiasi altro modo volete. Fate attenzione alle dita, mi raccomando. Prendete il risultato e mettetelo in una pentola dove avrete nel frattempo messo un po' d'acqua a scaldare (poca, che di per sè le zucchine gia' rilasciano acqua.) Mettete anche a bollire l'acqua nella pentola della pasta, se vi va aggiungete un po' di sale ,ma attenzione che fa male. Ricordatevi ogni tanto di girare le zucchine che hanno la tendenza a bruciarsi facilmente, non potete lasciarle 6\7 minuti da sole mentre state al computer che tornate e le trovate arrosto. Dopo un quarto d'ora circa prendete la philadelphia e poggiatela sulle zucchine ormai lesse. Mischiate un po' il tutto con uno di quei cucchiai di legno con cui vostra madre vi minacciava fin a qualche anno fa dopo che avevate messo una fetta di pane nella pentola del ragù per spugnarcela dentro mentre era ancora in cottura, e vedrete che il formaggio si sciogliera' come il cuore di un innamorato quando vede la sua bella. A questo punto , alcune persone tutte precisine dovrebbero aver controllato i tempi di cottura della pasta, se invece anche voi preferite il metodo "assaggio ogni minuto e poi vedo" , assaggiate ogni minuto e poi vedete.

Scolate la pasta e poi mettetela nella pentola del contorno. Mischiate il tutto e


TADAAAAAAAAAAAA'




Ricordatevi di mettere subito la padella delle zucchine nell'acqua , che poi per scrostarla è nu burdell.



Se preferite un piatto invece piu' rustico, con richiami alla cucina mediterranea con influenze nordiche, ecco per voi quest'altra ricetta:



Panino con il salame milanese.



Ingredienti (per una persona)



-Un panino di giornata

-200 gr di salame milanese (va bene pure quello napoletano, ma si perde il tocco di influenza nordica)

-Un coltello (pero' quelli buoni seghettati)



Prendete il panino e tagliatelo (in orizzontale, mi raccomando)

A questo punto prendete le fette di salame e se volete toglieteci il pepe e quella striscia circolare che si fa tutto il perimetro, per poi inserire le singole fette una sopra l'altra all'interno del panino.

Se proprio volete sentirvi GianFranco Vissani (aumentando pero' sensibilmente la difficolta' di preparazione del piatto) potete prendere un po' di ricotta,sempre grazie al coltello, e spalmarla su entrambe le facce del panino.Se avete eseguito correttamente la preparazione, ecco il risultato che dovreste ottenere:




n.b. Servire freddo.



Buon appetito!

sabato 25 febbraio 2012

Grease in testa



Verso la fine degli anni settanta scoppio' il clamoroso successo di Grease, con l'allora giovane John Travolta pettinato con il classico ciuffo "A banana" ,alla Elvis, reso possibile solo attraverso l'utilizzo di una gelatina (grease,appunto) composta da chissa' quali componenti chimici adottati all'epoca che oggi qualche stupida legge proibizionista avra' dichiarato illegali e magari anche dannosi per la salute. A Napoli con un ciuffo del genere il frutto diventa "cocco" (e' frequente come commento ad un ciuffo ardito il "Ua' te fatt stu cocc' ngap!")



Non so se avete visto il film, in pratica lui conosce una brava ragazza senza grilli per la testa, la conquista, poi pero' lei alla fine per farsi accettare da lui decide di vestirsi e truccarsi come una vrenzola, inizia a fumare e si fa la permanente. Alla fine vissero tutti tamarri e contenti. Oddio c'è anche una colonna sonora fantastica, ma qui si parla di altro.



Scoppio' la greasemania, e tutti lì a farsi i capelli come Jhonny. Ora, mi immagino come dovrebbe essere stato in quegli anni andare dal barbiere a Napoli e dire "Fammeli come quello del film cu' John Travolta..." .

Il mio ancora oggi sarebbe andato in crisi,ecco perchè di solito i barbieri hanno appeso al muro dei poster con dei modelli con le acconciature piu' indescrivibili,ciuffi ribelli anzi dittatori, sfumature irregolari, simmetrie asimmetriche, di modo che uno prima descrive vagamente poi dice , puntando il dito: Un po' come quello!" Ovviamente l'effetto che si ottiene , su di un viso mediamente normale, è un po' strano. Perchè se quel taglio ardito se lo fa un modello, allora è fashion , se te lo fai te la prima cosa che ti chiedono e' si te si appiccecat co' barbier, roba che ti si avvicina per strada un avvocato dandoti il biglietto da visita, nel caso volessi chiedere i danni.



Comunque ricordo ancora i gel di una volta, ti lasciavano sui capelli quella che a napoli chiamano la "leccata di vacca". Se li accarezzavi sembrava che avessi un casco omologato per condurre una moto, potevi passare sotto ad una impalcatura tranquillamente, che se cadeva qualche attrezzo lo scalfivi. Per lavarti i capelli,poi, dovevi usare il solvente. La ricerca di allora era finanziata attraverso fondi segreti versati da Cesare Ragazzi.Questo gel entrava nel dna di tuo padre e ti faceva cadere i capelli per successive tre generazioni. Io mi son salvato perchè mio padre, una volta trovato mia madre, si è rilassato e non ha avuto piu' voglia di farsi il capello figo. Mio figlio spero si salvera' in quanto dalla seconda media in poi ho deciso di farmi i capelli corti.Nel decennio successivo , i mitici anni 80, gli uomini preferirono farsi crescere folti capelli al vento , tutti phonati, piuttosto che compromettere i proprio bulbi. Ovviamente esagerarono in senso opposto, dando il là al ritorno prepotente della gelatina sul mercato italiano.La cosa piu' orrenda di quella gelatina era che ti rimaneva sulle mani una mappata di gel bluastro, con all'interno dei capelli. Quando ti lavavi le mani, dovevi star bene attento ad eliminare i residui che si piazzavano nell'incavo tra le dita, che sembrava che avessi strozzato un puffo. Un'altra cosa orrenda che ora mi torna alla mente è che se prendevi un pettine classico e allisciavi il capello, magati tutto all'indietro,restavano attaccati pezzi di gel tra i denti del pettine, che poi ogni volta per lavarlo ci mettervi una vita. Oggi esistono svariati tipi di gel e cere per capelli, fissanti e strafissanti, effetto bagnato... una volta c'eran solo l' effetto 'nzevato e quello cemento armato.

ps


giovedì 23 febbraio 2012

Facimme pace.

Ok, libro e codice di procedura penale, io non piaccio a voi ma soprattutto voi non piacete a me. Ma dobbiamo fare qualcosa per risolvere questa situazione, nell'interesse comune.Nun putimme chiù ie annanz accussì. Se ne vann sul e' diottrie. Cerchiamo di porre fine a questa convivenza forzata il piu' presto possibile. Manca poco piu' di un mese.





Forse credete che io non sia capace di affrontare tutte quelle pagine in così poco tempo?

Allora guardate qui:





IT - milleduecentotrenta pagine. Scritte in arial 8.
 Poco piu' di un mese.






Harry Potter Saga - e nella foto manca pure il settimo, che devono restituirmi.
Tante di quelle pagine che mi scoccio pure di fare l'addizione.
Comunque un mese e mezzo.




Come potete notare,i precedenti ci sono.

Ora, propongo una tregua. Un accordo,anzi. Io vi dedichero' piu' attenzioni , mi concentrero' su di voi. Sfogliero' delicatamente ogni pagina, come fossero carezze, sottolineero' a matita senza sfregiarvi, magari staro' pure attento a non farvi cadere per terra nella confusione della scrivania. E , se tutto andra' bene , ci metto anche una bella spolverata settimanale dopo che tutto sara' finito.



Ma in cambio, cazzo, voi spiegatevi meglio.
Nun è possibbil ca e' cose ce l'amma spiegà tre vot' primm e'lle'capì.



Si prospetta un mese di fuoco....
Nel senso ca' o cambiano le cose o v'appiccio.








Romanzo Salsero - seconda parte

per la prima parte:

http://pensieriecassate.blogspot.com/2012/01/romanzo-salsero-parte-1.html

ROMANZO SALSERO - PARTE 2 

LA LEZIONE DI PROVA





Preso da impegni vari , dimenticai presto quella notte e i miei propositi danzerecci. Passò quindi quasi un mese prima che la salsa tornasse all'attenzione della mia mente.Lo fece attraverso un semplice volantino, posato sul parabrezza di una vettura in sosta fuori la pizzetteria vicino casa, dove stavo consumando un veloce,triste e dannoso (per il mio stomaco) pranzo. In realta' lo stesso volantino era gia' presente sul bancone dell'esercizio, solo che la mia mente era troppo impegnata a individuare quale fosse il trancio meno peggio da mangiare,per dargli importanza. Che volete farci, se sei cresciuto con la pizza napoletana poi qualunque altra mangi è sempre un ripiego. In ogni caso, la salsa mi stava chiamando a sè: Una palestra in zona avrebbe iniziato i corsi da lì a pochi giorni, ero ancora in tempo per iniziare e stare al passo con tutti. Il fatto di aver saltato anche solo una lezione e quindi trovarmi "indietro" col programma sarebbe stata una scusa sufficiente per desistere sul nascere. Invece no, di scuse ora non ne avevo. La prima lezione, quella di prova, era pure gratis.E poi ora mi era tornata in mente quella serata estiva in cui avevo deciso di voler imparare a ballare.E lì, nei pressi,era possibile scorgere una chiesa. Lo interpretai come un segno. Dio voleva che io imparassi a ballare? Non so voi, ma io un po' ci credo a queste cose. "Sia fatta la sua volontà", pensai.

Oggi non posso certo dire di essermene pentito,perchè è vero che le sue strade sono infinite,ma è anche vero che devi percorrerle.

Sul volantino c'era scritto qualcosa tipo "Vuoi imparare a ballare la salsa cubana? Vieni dai maestri della scuola nonmiricordoilnome" e c'eran un uomo vestito con una camicia lucida gialla ed i pantaloni neri un po' troppo stretti che stava ballando con una avvenente ragazza, presumibilmente sudamericana, che gli sorrideva. Non sono certo una cavia del marketing, ma decisi di abboccare lo stesso. Al massimo, pensai, sara' un'occasione per conoscere un po' di gente in questa citta' nuova. Ormai son gia' qui da un paio di anni, da qualche parte devo pure iniziare, non è che posso sempre tornare a casa ogni fine settimana dai miei amici.


La prima cosa di cui avevo bisogno era un complice. Non mi andava di presentarmi alla lezione di prova da solo, quindi feci una veloce indagine tra i pochi colleghi che ritenevo potessero essere vagamente interessati,cercando di motivarli con la possibilita' di acchiappare femmine in numero impressionante. A dire la verita' riportavo le classiche voci che giravano, dato che non avevo idea di quante donne ci sarebbero state nei locali, e nemmeno della percentuale disponibile di esse.

Pero' non potevo certo convincere la gente a venire dicendo: "Dai che impariamo a muoverci, così in discoteca non sarò piu' un tronco!"

In ogni caso racimolai solo una promessa di mio cugino, che accettò di accompagnarmi a vedere questa lezione di prova. A sto punto decisi anche io di andar solo a vedere un po' come era l'ambiente , l'atmosfera , il livello delle donne , l'istruttore quanto fosse bravo a spiegare e cercare di farmi una idea se questa cosa potesse andare bene per me.


Arriviamo che gia' è iniziata da qualche minuto, apriamo la porta della sala della palestra e quello che capisco essere l'istruttore dal fatto che ballava al centro ed aveva una bandana (o fascia) in testa ci saluta a voce alta "Ciao ragazzi, forza inseritevi!" vanificando i nostri propositi di entrare in silenzio, piazzarci in un angolino seduti e valutare con calma. Riusciamo gentilmente ad evitare di finire nella mischia, rispondendo che volevam solo guardare. Lui grazie a Dio non insiste troppo, quindi si sediamo su qualche step che si trova lì in un angolo. Tra l'altro, in sottofondo , adesso sento anche la salsa. Ci credete se vi dico che non avevo ancora chiaro che tipo di musica fosse? Cioè avevo una vaga idea in generale,ma se mi fosse capitata per caso girando la frequenza della radio probabilmente non l'avrei riconosciuta. Con mio sommo piacere mi resi conto che non era necessario indossare strane camicie e nemmeno pantaloni stringigonadi, per la lezione bastava una semplice tuta. Anche le scarpe eran quelle da ginnastica , non capisco che cosa mi aspettassi. I primi minuti di lezione si ballava da soli, sul posto , cercando di imparare i passi base.
"non sembrano complicatissimi" pensai, forse posso farcela.
Mio cugino andava un po' di fretta, quindi dopo un quarto d'ora circa salutammo e uscimmo, iniziando a valutare la possibilita', ora non piu' tanto remota, di iscriverci al corso.



Il martedì dopo io, la mia tuta, il mio imbarazzo e le mie adidas eravamo lì. Mancava solo mio cugino, che mi aveva appeso appena un paio di ore prima. Troppo tardi per farmi rinunciare, ormai avevo deciso.



QUI la terza parte

mercoledì 22 febbraio 2012

tutti in posa! sorridete...

Con il passaggio dal classico "rullino" alle fotocamere digitali, oggi è molto piu' comune di un tempo scattare delle foto. Di conseguenza , come per tutte le cose, si son sviluppate dal nulla una serie di "pose" standard , che andremo testè ad analizzare:



Partendo con i classici, è sempre stato universalmente simpatico fare le "corna" durante una foto, magari come leggiadro scherzetto ad una persona in posa accanto a noi, ignara delle due dita tese che ha sul capo. Si accorgera' della burla una volta guardata la foto, reagendo con un sorriso di circostanza. Il gesto è ormai sdoganato e va bene per tutte le occasioni, dalla foto tra amici durante una serata in pizzeria ad occasioni piu' mondane o addirittura istituzionali.





Altra posa classica è quella tra ragazze, le quali sembra che amino abbracciarsi davanti alla telecamera,abbraccio tenero suggello di una grandiosa amicizia che all'inizio dovrebbe durare per tutta la vita, per poi sgretolarsi dopo qualche tempo.





Gli uomini , invece , si schierano piu' virilmente, come fossero ad una partita di calcio durante l'inno. Mostrano fieri la propria cassa toracica, esaltata dal tenere le braccia avvolte sulle spalle di chi è accanto.




Altra fotografia usuale è quella in cui si tiene in mano una bibita alcolica, non è particolarmente chiaro il messaggio che tale immagine dovrebbe suggerire, sta alla libera interpretazione dell'occhio del lettore valutare se si tratta di un prosaico "Guardate, io bevo" oppure un piu' poetico ideale brindisi.




Non puo' mancare nella carrellata la foto in bianco e nero modello scrittore, che troviamo su diverse quarte di copertina dei romanzi. L'assenza di colori vivaci conferisce un'aria seria e impegnata , suggerisce la creazione del pensiero. E' ardita ma frequente la completazione dell'immagine con una mano che regge il capo, eretto ormai a simbolo della pesantezza delle menti ingegnose.




Alcune persone amano farsi fotografare con una faccia incazzata, con quell'aria maledetta e lo sguardo ribelle che non è rivolto verso la camera ma chissa' dove, verso il bordo. Timidezza o sfrontatezza? Cosa sara' andato storto? Qui lasciate libera la vostra mente di rispondere.






C'è anche chi ama farsi foto abbracciato a pali, lampioni, alberi. Il mondo è bello perchè è vario.


Esistono poi pose classiche , come quella sulla spiaggia, con i piedi bagnati dal flusso delle onde sul bagnasciuga. Per farla devi pero' aspettare che vadano via i classici bimbi che schizzano l'acqua, sia passato quello delle granite, la temperatura del mare sia accettabilmente calda altrimenti la protagonista salta per il freddo ad ogni onda.


Chiudo con una battuta che mi è venuta scrivendo questo post, due amici fotografi vanno ad un party con molti stranieri. Uno dice all'altro: "Giua' , comme se rice "sorridete" in inglese?"

e l'altro: "Cheese!"


Ci tengo a dire che nessun personaggio di proprieta' della Disney è stato costretto con violenza ad ubriacarsi, abbracciare stretto qualcuno o un albero, stare in riva al mare, fare le corna.

Breve storia del telefonino in Italia

All'inizio c'era il detective Dick Tracy , 



Era figo perchè aveva un telefono nell'orologio e tutti pensavano "waaa nel tremila l'uomo riuscira' a sviluppare questa tecnologia..."

Poi arrivarono i primi telefonini. Dato che erano piu' grandi di quello di casa non potevano essere chiamati cosi, ci si limitava quindi a dire "cellulare"
(A napoli si diceva "waaaa e' nu citofon")

(persino la foto è difficile da rimpicciolire)
costava una barca di soldi , anche a livello di telefonate , ti friggeva il cervello e serviva un trolley per portarlo in giro, pero' vuoi mettere che tutti ti guardavano?

poi l'uomo e la donna hanno per la prima volta nella storia iniziato a pensare che le dimensioni grandi non fossero importanti , e sono nati i primi telefonini di dimensioni accettabili. Era quasi il 2000 quando hanno iniziato a diffondersi, ricordi? quando li vedevi in mano ai tuoi amici e pensavi "Ma c'ia'fa' cu stu cos?Io non lo comprero' mai!"

Ecco quindi i primi modelli che si diffusero:


waaaa è di vari colori , i tasti fanno rumore quando li premi poi ci sono i messaggi I MESSAGGI ti rendi conto?"

Per ogni maschio fu una bella cosa, dato che non dovevi piu' chiamare a casa delle ragazze che magari rispondeva il padre e ti cagavi sotto o peggio ancora il fratello scemo che urlava per tutta la casa "E' un ragazzo per teeeeee"
Inoltre potevi mandare gli sms,per capire se una ce lo voleva o no. Anzi, i piu' giovani di voi non lo potranno sapere, ma all'inizio si era diffusa la mania dello squillo. no, non lo squillo che così scendo, lo squillo che significava tante cose. Poteva significare "Cio' bbuo'?" , poteva significare "Mi sono comprato il cell nessuno mi chiama almeno fatemi uno squillo" in generale era comunque una cosa positiva se ti squillavano.Pero' se una ragazza ti faceva uno squillo poi dovevi rispondere per forza, altrimenti ti rompeva quando ti vedeva. Pero' era buona norma aspettare qualche minuto per non far vedere. I Piu' timidi, titubanti, si chiedevano "che faccio le faccio uno squillo?" Poi c'erano quelli bastardi che se li squillavi ti rispondevano subito per farti pagare, che ai tempi lo scatto alla risposta consumava meta'ricarica.

per i piu' alternativi poi arrivo' quello che a napoli chiamarono O'STARTAP :

si diffuse rapidamente e nei vari mercatini napoletani andava a ruba (sia prima che dopo) , si sviluppo' poi in varie varianti delle quali la piu' famosa è "A' tartarug".

Poi intervennero i finlandesi, i geniacci capirono che il mercato era in espansione. si chiesero...cosa avrebbe potuto far vendere il prodotto? Serviva qualcosa di innovativo...qualcosa di .... di....

"O' Serpent!"


si diffusero così i primi nokia, col mitico 3210 che divenne presto un must

A quel punto una azienda produttrice doveva necessariamente inventarsi qualcosa di massiccio per convincere l'italiano a comprarsi un altro telefono...ci pensarono un po' e...
TA DAAAAAAAA'

ecco il c25 , piccolo leggero e dual band.

"Waaaaa cia' 25 suonerie diverse fatte dai migliori dj europei cioe' hai capito tu puoi scegliere la suoneria se uno ti chiama che liberta' che personalizzazione e poi è dual band!!"
"E che signific?"
"Giua' ma c' n' sacc'pero' se vuoi la wind solo questo va bene"

Da quel momento in poi tutti volevano il dual band, pur non sapendo cosa significasse. Ogni nuovo telefono era dual band, mentre altre case cercavano di differenziarsi con i primi modelli piattissimi, che potevi infilarti nei calzini 

Poi arrivarono i primi telefonini con le foto, con tutte i ragazzi gelosi che qualcuno poteva fotografare la tua femmina.In realta' anche se lo avessero fatto non si vedeva niente , che i pixel erano 100.

Una volta diffusi quelli con le foto, tocco' alla VIDEOCHIAMATA

Tre telefonini pionieri, massicci e pesanti, che pero' ti permettevano di videochiamarti ad una velocita' a scatti di lumaca ad un prezzo esorbitante.

La videochiamata non si diffuse molto, fondamentalmente perchè se chiamavi improvvisamente una ragazza e lei non era a posto con i capelli e trucco non rispondeva mai.

E venne l'era moderna. Oggi si puo' andare su internet con i telefonini ,
ipod 1 , 2 , 3, 4, 5, peggio che Rocky e Rambo. Una volta un amico me ne mostro' uno dicendo: "Guarda posso fare l'acquario ci metto i pesci li faccio crescere"

Certo  che siamo proprio un popolo strano











lunedì 20 febbraio 2012

From venice with mask

Inizi a respirare l'atmosfera del carnevale di Venezia gia' sul treno che ti porta lì da Mestre. All'interno dei vagoni è possibile vedere ragazzi con in faccia il trucco e nei bustoni il costume da indossare una volta arrivati in stazione. Qualcuno si è gia' vestito, ti sorride e cerca di avere dal tuo sguardo una anteprima di quella che sara' l'accoglienza una volta che si sara' lanciato nella mischia. Eh si, perchè camminando per la citta' in questi giorni ti accorgi che chi si traveste non lo fa solamente per il piacere di farlo, ma anche e in alcuni casi soprattutto per far cadere gli occhi degli altri su di se'. Nulla di male in tutto questo, anzi. Le maschere piu' originali, in alcuni casi direi quasi "professionali" amano camminare a passo lento, mettersi in posa per gli scatti dei fotografi , che per questa settimana offendono ponti e gondole sottraendo ed esse l'attenzione degli obiettivi.

Ma quanto sto scrivendo con tono serio,vediamo di riportare il tono ad uno piu' consono per il blog:


Non avevo mai visto Venezia, pensate che all'inizio mi era venuto istintivo cercare la metropolitana, per arrivare a piazza S. Marco. Cartina alla mano individuo il percorso verso la piazza principale, in ogni caso non potrei sbagliare nemmeno volendo: E' un fiume umano , sembriamo tanti globuli di vari colori che percorrono una vena.
Ora, immaginate di andare ad una festa in maschera e di essere vestiti normalmente. Moltiplicate il tutto per 415 km2 e capirete perchè appena usciti dalla stazione quasi tutti i turisti puntano ai negozi che vendono le tipiche maschere. Ce ne sono di vari tipi , da quelle di cartapesta – fatte dagli artigiani veneziani – a quelle di plastica , piu' resistenti ma con meno fascino.Come per tutte le cose ormai, ci son anche quelle fatte dai cinesi – davvero – anche se le riconosci facilmente dato che i fori per gli occhi sono a mandorla.

Comunque io,dopo aver appurato (con una certa delusione)che il costume da ape Maia mi andava stretto ho optato per questa tipica maschera di cartapesta:




Finira' appesa sulla parete della stanza, oppure – vista la mia pigrizia – buttata in qualche cassetto.
Gli do' qualche settimana di vita. Tornando alle maschere , altri oggetti tipici per improvvisare un travestimento sono cappello, mantello nero e relativa parrucca bianca a boccoli.

Se la maggior parte dei visitatori occasionali si addobba così , i professionisti del carnevale indossano invece i tipici costumi nobiliari veneziani , in vendita o in affitto a prezzi decisamente alti.
Ci son poi gruppi di ragazzi che si vestono "A tema" , per esempio c'era un gruppetto di quattro ragazzi vestiti da Ghostbusters , che giravano con un aspirapolvere spara-coriandoli e giravano con l'audio della colonna sonora del film. Bella idea, tanto bella che l'ha avuta anche un altro gruppo che ho incontrato dopo qualche minuto. Avrei voluto assistere al momento in cui i due gruppi si son incontrati. A me gia' rodeva quando incontravo uno con la mia stessa mascherina, figuriamoci come l'avranno presa loro. Simpatica era pure l'idea di un gruppo di ragazzotti che si eran vestiti da Beatles e si eran piazzati in una viuzza , strumenti alla mano, a fare il playback di tutte le canzoni. Se chi abitava lì forse non avra' apprezzato, la gente di passaggio invece si fermava volentieri ad assistere allo spettacolo.  Non son mancati poi i costumi originali e spiritosi, come la nostra amica qui sotto:

Dopo un po' finalmente arriviamo a piazza S.Marco, passando dal ponte di Rialto.In questi giorni è uno dei posti in cui ogni tanto sembra che il mondo si dia appuntamento.Devo ammettere che maschere ,canti e balli per quanto ci provino non riescono a distrarti dalla bellezza della città.Eh gia',perchè Venezia durante il Carnevale è come una donna con una bellezza unica che per alcune sere si trucca in modo strano, che se ogni tanto concentri lo sguardo su di lei e ignori l'addobbo scopri angoli belli come solo le espressioni che appaiono a volte sul volto di una donna possono essere. Ogni vicolo (calle) ogni piccolo ponticello , persino il piccolo movimento delle onde sugli scalini incantano. Mi è piaciuta proprio perchè , non saprei come spiegarvelo meglio, simboleggia come l'uomo sia riuscito a creare un ambiente dove vivere, nel posto in cui avrebbe dovuto esserci semplicemente acqua.

venerdì 17 febbraio 2012

Quinto giorno della settimana,seconda decade del secondo mese dell'anno.

Ultimamente per trovare l'ispirazione per i post uso come musa il calendario. Quando ero piu' giovane guardavo quello della Bellucci e pure mi ispirava molto, ricordo. Oggi ho un calendario dove si vedono pure i giorni della settimana , e sopra c'è scritto che oggi è il tanto temuto Venerdì 17. E pure del febbraio di un anno bisestile. E per di piu' di un anno in cui dovrebbe finire il mondo.

Sentendo un po' i vari programmi in radio o in tv se ne parla un po' , come divertessement. (oddio , non so se è la parola giusta, pero' ho sempre voluto scriverla da qualche parte.) Le domande che vengon fatte all'uomo della strada son sempre le stesse “Lei ci crede?” e di solito si risponde con il classico “Non ci credo , ma...”

Mi spaventa un po' il fatto che per certi aspetti io sia configurabile come italiano medio. Eppure anche io “non ci credo,ma...”. Di solito non sono scaramantico, non credo alle persone che “portano seccia” e nemmeno al malocchio o roba del genere, pero' ammetto che la vista di un gatto nero mi fa pensare “ua' e mo?” Ovviamente poi la ragione prende il sopravvento, pero' una piccola,scherzosa grattatina a sangue la si fa. L'unico “rito” -diciamo così- che seguo è quello del grattarmi il naso se qualcuno dice contemporaneamente a me la stessa parola. Cerco di farlo con nochalance (oggi adopero francesismi a gogo' – e non so nemmeno se li sto scrivendo correttamente) Vuole la tradizione che altrimenti non ti sposi, un po' come quando ti passano la scopa sui piedi. Ora , nonostante tutta la razionalita' del mondo, questa grattatina la faccio lo stesso, magari non dando nell'occhio, dopo qualche secondo (ho deciso che vale lo stesso,non ritengo la maledizione abbia effetto immediato). Credo che un po' tutti noi abbiamo qualche piccolo gesto scaramantico, c'è gente che non passa sotto le scale. C'è gente che se rompe uno specchio poi si aspetta sette anni di guai, non si è capito bene se si tratta di una pena cumulativa oppure puoi romperne tutti quelli che vuoi nel frattempo che tanto non si sommano. Ho letto un po' in giro per capire da cosa derivi questa credenza, sembra sia una tradizione orientale, in pratica lo specchio riflette la tua anima , se lo rompi si rompe anche una parte di essa. Ci son anche un altro paio di spiegazioni, ma questa mi sta bene. Anche per il venerdì 17 esistono vari motivi. Gesù è morto di venerdì, sulle tombe degli antichi romani si scriveva “ VIXI” ho vissuto (son morto...) e sembra che venne confuso con XVII...Pero' mo' basta che questo non è un blog di informazione, quindi andate ad acculturarvi altrove. Quale che sia l'origine, oggi è convenzionalmente giunto a noi come data in cui stare attenti a quello che succede. Diciamo che è anche una comoda scusa, in fondo qualunque accadimento negativo di queste ore puo' essere addebitato alla data infausta, e non alla nostra pigrizia negligenza o stupidita'. In realta' incidenti stradali o domestici, smarrimento di oggetti, bocciature ad un esame, perdita di coincidenze mezzi pubblici e varie ed eventuali accadono ogni giorno e non guardano certo il calendario. Magari fosse così. Pero' almeno oggi hai qualcuno con cui prendertela. Qualcuno con cui dovrai convivere fino alla mezzanotte, perchè è scientificamente provato da ogni luminare di astrofisica, astronomia , astrologia e dal televideo che dopo ogni maledetto venerdi 17 arriva sempre un sabato 18.

Nota a margine, scrivo queste righe in treno, con un po' di imbarazzo dovuto al “timore” che il mio vicino butti l'occhio sulle cacchiate che sto scrivendo e mi prenda per scemo.

Non va mai di farsi riconoscere,vero?

Mamma ho preso l'aereo

Dopo aver parlato del viaggio in treno mi accingo ora a trattare di quello in aereo. Forse un giorno chiudero' la trilogia con quello via mare.Ancora, un lontanissimo giorno, se questo blog , io e soprattutto voi sarete ancora vivi,vi parlero'anche di quello spaziale.



Hai voglia a sentire le statistiche che dicono che sia il mezzo piu' sicuro per viaggiare che esista, hai sempre un po' il timore di essere l'eccezione che conferma la regola.Almeno da quando hai visto la prima stagione di Lost.Eppure il mitico "L'aereo piu' pazzo del mondo" non ti aveva fatto questo effetto. Nel mio caso , pero' , devo dire la verita' , ho piu' timore della fase di check-in e controllo che del decollo vero e proprio.

Arrivo lì, mi metto in fila ed inizio a chiedermi se ho rispettato il peso massimo per il bagaglio da stivare. Ovviamente a casa ho fatto una rapida verifica, saranno esagerando 7\8 kg, il massimo di solito è 20 , pero' la sensazione di aver toppato mi resta comunque, giustificata da chissa' quale legge scientifica di aumento del peso. Magari la mia bilancia va male, porta meno.( Cazzo se fosse così devo subito riprendere la dieta). Di solito al check in c'è sempre una ragazza sorridente , quindi quelle volte che incontri una donna tutta seria resti un attimo così, come quando ad un esame ti chiama un assistente che sembra ti fara' sudare. Ti chiedi un secondo se la compagnia che hai preso stavolta chiedeva la stampa del certificato , vedi che qualcun altro in fila ce l ha.Precisini.

La prima volta mi venne chiesto: "Questo bagaglio lo spedisce?"

Rimasi qualche secondo perplesso. Tra l'altro, non mi ero premunito di prendere francobolli.

"lo porta con se?"

"E che lo lascio all'aereoporto?"



Comunque alla fine di grossi problemi reali non ce ne sono, prendi il biglietto e ti avvii verso l'area dove ci sono i metal detector. Per una strana legge economica da quella barriera in poi ogni bene che vorrai acquistare ha un prezzo superiore a quello del mondo di fuori. E' il prezzo di essersi dimenticati di prendere prima quello che ti serve. In ogni caso ti metti nel serpentone a fare la fila, e lì iniziano le altre domande. "mo' ci entra sto bagaglio a mano nella cassettella loro?"

Ovviamente è lo stesso bagaglio a mano che ti porti sempre in questi casi (e visto che esso non è come te che un periodo sei a dieta e hai meno centimetri e un altro sei piu' centimetrico non ha senso manco sto pensiero)C'è gente talmente ansiosa che come bagaglio a mano si porta il paracadute. Il pensiero che ti che viene immediatamente dopo è un altro: Non è che ho dimenticato qualche liquido dentro? Magari è rimasto lì da chissa' quanto , messo da chissa' chi.

In tanti si sbagliano, giustamente gli viene detto di buttare cio' che non si puo' portare. Ed allora prima dei metal detector puoi anche vedere gente che si magna un chilo di mozzarella di bufala del caseificio tipico , che era destinato ad una bella cena su al nord, dove così non ne trovi. Altre persone contribuiscono al pranzo improvvisato mettendo le bevande. Intanto tocca a te, togli la cinta con fare da macho , svuoti le tasche di tutti gli spiccioli e chiavi e metti il tutto nella cassetta. Mentre passi là sotto e l'addetto ti guarda pensi che avresti dovuto farti la barba stamattina.Tutti i classici terroristi hanno la barba. Gli addetti queste cose lo sanno,immagino che al corso qualcuno gli avra' detto "mi raccomando se passa uno con la barba prestate particolare attenzione!"

Passi l'ostacolo, finalmente hai finito. Mentre ti rimetti la cinta e le cose in tasca vedi gli addetti che curiosano ai raggi x sul contenuto delle borse, chissa' quante te ne potrebbero raccontare.



Devi solo aspettare qualche minuto, che inizia la fila per andare nella navetta che porta alla pista. Ora, su alcune compagnie low cost non ti assegnano il posto con il biglietto, quindi vedi la gente che si accanisce per prendersi i mitici primi posti avanti, che vuole la leggenda siano piu' larghi. Io posso anche vagamente capire l'accalcarsi prima di salire sull'aereo, pero' che senso ha farlo già nella fila per salire sul piccolo autobus?

Comunque torniamo nell'ipotesi di un volo normale, con il tuo bel posticino assegnato. Sali la scaletta, ti accoglie una persona sorridente, ricambi. Ovviamente sei salito dall'entrata opposta rispetto al tuo posto, così devi farti tutto il corridoio tra gente che vuole passare in senso inverso, gente che fa la fermata per mettere i bagagli nella cappelliera,gente che vaga sperduta con il biglietto in mano, cercando di capire dove deve sedersi. "permesso..." "prego..." "Scusi un secondo..." " Eh n'attimo che sto mettendo la borsa!" "Scusi questo posto è mio..." "no , guardi bene quello è il numero del volo" ecc ecc ecc

Dopo un po' riesci ad arrivare al tuo posto,infili la tua borsa nel primo posto che trovi e si siedi. Di solito c'è sempre qualcuno della fila avanti che ama inclinare un po' il sedile, tanto che riesci a vedergli la forfora sulla nuca. Tanto poi la hostess passa e gli dice di mettersi diritto , che prima si deve partire. Ti metti la cintura e assisti al ballo che ti spiega come salvarti le chiappe nel caso in cui l'aereo precipiti. Ok...uscite di sicurezza di qua , di la... la mascherina scende qui... dopo quindici secondi gia' non ti ricordi piu' niente.Se ci sara' una prossima volta ti prometti che sarai piu' attento. L'importante è che almeno ricordi tre o quattro preghiere, potrebbero aiutare, nel caso. Nonostante sia stato detto di spegnere i telefonini c'è sempre qualcuno che di nascosto tenta di mandare l'ultimo sms o di fare una conversazione , di solito viene guardato con sguardo di biasimo da parte di tutti.Tra l'altro ha pure la barba piu' lunga della tua,non avrebbero dovuto farlo salire. Se l'aereo cade sappiamo con chi prendercela.E se dovessimo atterrare su di una isola sperduta e darci al cannibalismo per sopravvivere egli sarebbe il primo pasto.

Se hai un po' di timore le prime volte, per distrarti puoi guardare un po' le hostess, le prendono carine apposta per dare al tuo cervello qualcos'altro a cui pensare. Dopo qualche volo invece passa ogni timore e prendi il posto finestrino per guardare fuori il mondo che sembra una foto di google map, lo spettacolo incantevole delle nuvole sotto di te, montagne innevate, le auto che si muovono sulle strade disegnando delle linee. Insomma , tutto tranne che le ali dell'aereo . Quelle è meglio non guardarle, metti che improvvisamente esca del fumo o ne casca una che fai?Poi come lo dici a tutti gli altri?

mercoledì 15 febbraio 2012

Il treno verso casa

Se vi capita di frequente di viaggiare sui treni nella tratta Roma – Napoli allora non potete non aver notato alcune cose. Iniziamo con la partenza , quelli sono i minuti piu' pericolosi. Tocca stare attenti a borse cellulari e bagagli, che poi il mariuolo scappa a terra prima che il treno parta e poi non lo prendi piu'. Superato questo momento di tensione, durante la tratta verrai disturbato da diversi venditori di calzini, che entreranno nello scompartimento con fare da amiconi e ti proporranno la loro mercanzia a prezzi davvero competitivi: Un paio cinque euro. "Ma è filo di Scozia!" Ora , io non ci credo che proprio gli scozzesi spendano così tanto per dei calzini... In ogni caso, una sola volta ho fatto l'errore di comprarli , lasciandomi intenerire dal fatto che avesse sette figli. O almeno così mi aveva detto. E cacciamo sti cinque euro.Pensi che a sto punto li cacciavi per il biglietto e te ne andavi in prima classe, che stavi un po' piu' comodo. Vabbè... alla fine poi lui si giustificava pure dicendo: "Meglio a venner chest,caggia fa', aggia i' a rubba'? . E meno male!

In ogni caso quel paio di calzini è stato un investimento: Lo tengo nella borsa da viaggio e quando passa uno e mi propone l'affare glieli faccio vedere e dico : "Gia' li ho presi è passato prima il tuo amico!" E quello rimane perplesso , dato che dovrebbe averne l'esclusiva.

Comunque alla fine c'è una certa tolleranza , solo una volta mi incazzai. Ero stanchissimo , stavo dormendo , questo entra e mi sveglia. "Ti serve un block notes?"

Vabbè che ha capito che mi piace scrivere, pero' arrivare a svegliarmi mi è sembrato un po' troppo. Credevo che fosse il controllore.

Comunque viaggiare in treno di solito puo' avere anche aspetti piacevoli, come quello non dico di conoscere ma di scambiare due chiacchiere con gente nuova. Di solito quando entro in uno scompartimento spero sempre di trovarci qualche bella ragazza. Anzi , su sei posti spero di trovarne almeno tre. Con gli altri due vuoti. Non perchè debba fare il fariniello,ma così, senza motivo.

Piu' realisticamente, mi basta non avere dei tamarri , o gente che parla a alta voce o che si toglie le scarpe. Quando il treno parte e ci sono delle persone sedute accanto a te devi fare una scelta fondamentale: Ti va di arrischiarti a fare due chiacchiere oppure preferisci restare in silenzio a guardare fuori? Se ti va male dopo devi affrontare una conversazione di almeno due ore senza possibilita' di svincolarti , ma se ti va bene il viaggio diventa gradevole. Di solito racimolo sempre qualcosa da leggere, anche se consumo il tutto entro i primi venti minuti. Una volta ricordo che stavo finendo di leggere l'ultimo Harry Potter, ero tutto preso dalla lettura, alzo gli occhi e piu' avanti c'era una graziosa fanciulla. La fisso per un po' , non troppo da sembrare un maniaco, e riposo gli occhi sul libro. Intanto mi accorgo che il tizio che ho di fronte mi sorride. "E' una droga, eh?"

Beh fa sempre piacere parlare di donne tra uomini, quindi ricambio il sorriso.

"io l'ho letto gia' 4 volte." mi fa.

Parlava del libro. Da lì in poi abbiamo fatto una piacevole chiacchierata come due vecchi nerd, fino a quando lui non mi ha detto "Devi leggere assolutamente Lo Hobbit!"A quel punto era troppo,son tornato in me.


Intanto quando son in treno capita sempre che chiama mammà , che mi viene a prendere alla stazione , e vuole sapere dove sto. Il problema delle telefonate nei treni è che arrivano sempre quando il treno passa nelle gallerie , che cade la linea.Pero' da quando le principali compagnie telefoniche non adottano piu' lo scatto alla risposta la cosa è molto meno drammatica.

Alla fine, poi ,chiude con la solita raccomandazione:

"Nun t'addurmenta', che ti rubano tutto!"


Io dormo ,sprezzante del pericolo, e in alcuni casi russo pure , ma voi non fate come me.

Sapete,fa tanto la tipa sveglia ma poi è bonacciona come me. Come lo so? l'ultima volta che ha fatto lei il viaggio per venire a trovarmi mi ha portato un bel regalo: Un paio di calzini filo di Scozia 46.

martedì 14 febbraio 2012

Come è che non esiste un Grinch per S. Valentino?

C'è un giorno l'anno temuto e osteggiato da diverse categorie di persone. Quel giorno , il 14 febbraio , si intossicano praticamente tutti.

Si intossicano gli uomini sposati\fidanzati , perchè devono inventarsi qualcosa per festeggiare con la propria donna.Si intossicano i single , perchè non hanno nessuno con cui festeggiarlo.Si intossicano le amanti , perchè i mariti devono stare con le rispettive mogli , si intossicano gli amici dei fidanzati, che quella sera non possono organizzare per il calcetto,si intossicano i padri gelosi delle proprie figlie, perchè non possono non farle scendere almeno stasera, si intossicano quelli che amano una persona ma non sono corrisposti ,si intossicano quelli che sono stai lasciati, si intossicano quelli che stanno a dieta e non possono mangiarsi i cioccolattini.Si intossica chi non tollera il consumismo e la bolla come una festa commerciale, si intossica chi non crede piu' all'amore, chi si chiama Valentina\o che così riceve un regalo in meno dal proprio partner , si intossica chi ha il ragazzo che non crede in questa festa ma ha le amiche i cui ragazzi festeggiano.

Se non appartenete a nessuna di queste categoria, allora o siete semplicemente innamorati e per voi tutti i giorni è una festa , oppure siete delle donne i cui uomini non vi portano mai da nessuna parte.Tutto l'anno subite in silenzio ma oggi no, oggi non ci sono santi.
Oggi potete pretendere. E,se lui è saggio, per stare almeno un altro anno tranquillo,sa che non deve sgarrare.Questo tipo di uomo prova pure una sorta di senso di colpa a termine, che lo spinge a considerare giusto il non mettere in secondo piano la sua donna almeno oggi.
La sera lui arriva, aspetta i venti minuti di ritardo senza farle squilli , esce addirittura dall'auto per aprire la portiera, quando rientra porge i fiori – acquistati sulla strada una mezz'ora prima dall'unico fioraio rimasto aperto – e mette un cd romantico. Per strada ci son solo coppie, nei ristoranti tavoli a due illuminati da candele, persino la luna – civetta – sapendo che verra' osservata brilla un po' di piu'. Per chiudere in bellezza la serata un po' di sentimento in macchina.
Ma la mezzanotte,lenta, si avvicina.E a Napoli si dice, passa o'Sant, pass'a'fest.
Un po' come la favola di Cenerentola,a mezzanotte finisce la magia.
Lui la riaccompagna a casa,
"teso' ia' che San Valentin è passat , scinn ià mi aspettano e' cumpagn mi pe pazzia a'poker"
"ma amo'..."
"sient, oggi è 15...vuo' festeggia' pur San Faustin?"

lunedì 13 febbraio 2012

Spendere il tempo

Ieri era finito il latte. In realta' non era proprio finito, diciamo che era diventato un esperimento di biologia, dato che lo avevo lasciato da una settimana sulla scrivania. Chissa' la Chiesa cosa ne pensa del gettare nel wc quei microorganismi che si erano formati , e che tra qualche decade mi avrebbero chiamato "papa'". Comunque il succo è che dovevo scendere a comprarlo , altrimenti mi toccava fare colazione con la pasta e fagioli. Non avendo molto tempo e sperando di cavarmela in fretta, mi dirigo al supermercato vicino casa.



Finisce sempre che entro per prendere una cosa e basta e invece ne approfitto per girare tra gli scaffali. A sto punto prendo anche qualcosa per pranzo. Non avendo molta voglia di cucinare ripiego sugli insaccati, di solito.Il problema è che non sai mai se stanno usando i numeri oppure no. Se non li prendi, è scientificamente provato che dopo arriva una signora , prende il numero e si piazza in pole position. Ho imparato quindi che, nel dubbio, è meglio fare sto strap. Viene il mio turno,mi rendo conto che avrei potuto impiegare il tempo che ho passato in fila per pensare a cosa prendere, invece di giocherellare con il telefonino. Quando mi chiede "dica!" mi verrebbe quasi da dirgli "boh dimmi tu, che m'aggia' magna' oggi?". Vado di crudo, dato che la quotazione della bresaola che ho letto oggi sul sole24 era ancora troppo alta.

Nove volte su dieci l'addetto sbaglia,sempre in eccesso, facendo almeno 100grammi in piu'. Pero' c'è una volta, la decima, in cui la bilancia gli dice che ha azzeccato (a culo) esatti esatti i 150 gr. In quel momento ti guarda tutto soddisfatto, e capisci che devi fare il sorriso compiaciuto e muovere il capo in segno di approvazione.

Non parliamo poi di cio' che avviene alla cassa. Ti metti in fila , non scegli nemmeno a caso, ormai hai imparato quali sono le cassiere piu' veloci, le compari alla quantita' di cosa che hanno nei carrelli le persone e ti infili in quella che secondo te finira' prima. Ovviamente nell'equazione non hai tenuto conto della legge di Murphy: Qualcosa succedera' alle persone che ti precedono: Dalla signora che ha dimenticato di prendere il latte- che si trova dall'altra parte del supermercato – a quello che non trova il portafogli , a chi deve fare la tessera dei punti o qualunque altra variabile del caso. Intanto ti guardi intorno, cercando di combattere il tuo destino.
 Nella fila accanto si procede piu' spediti. Ti domandi cosa fare, se rischiare e passare li lì, ma è troppo tardi, la signora anziana che ti seguiva ci si è gia' fiondata con il suo carrello strapieno.
 Resti un attimo fermo, ferito nell'orgoglio, battuto dai riflessi di una persona che ha vissuto almeno il doppio di te (va beh avra' piu' esperienza di ste file, provi a giustificarti) mentre la problematica che ha portato al rallentamento non accenna a risolversi. Quando la matassa si è sbrogliata realizzi che , ancora una volta, hai dimenticato la busta di plastica resistente a casa. Anzi , LE buste , dato che ogni volta te ne devi prendere una nuova. Ormai ne hai talmente tante nel mobile che potresti metterti fuori al supermercato a venderle. Tocca quasi a te, ci siamo...ed ecco l'immancabile donna che arriva e che ti chiede : "Scusi, ho solo questa bottiglia di olio, posso passare?"

E tu ovviamente la fai passare, anche se i tuoi prodotti sarebbero solo sette\otto, mica la spesa settimanale. A quel punto commetti l'errore di voltarti indietro, e vedi la signora dietro di te con in mano una bottiglia di olio ed un pacco di sale.Ti guarda, con aria sorridente. Sono solo due prodotti, che fai non la fai passare?

"Andate, signo'..."

"Grazie..."

A quel punto pero' prendi tutta la roba che hai nel carrellino e la piazzi sul tappetino mobile al bancone, per affermare il tuo diritto di precedenza.Poco importa se la barra verde che divide è ancora impegnata nell'operazione precedente. Hai fatto talmente tardi per prendere due cosette che ora non guardi in faccia a nessuno. Arrivi, proprio nel momento in cui l'altoparlante dice che è stata aperta anche la cassa accanto, e il cassiere ti chiede di scusarlo un attimo che deve cambiare il rotolo degli scontrini. Una volta che sei riuscito a pagare metti tutto di corsa nell'ennesima busta che hai dovuto prendere, senza tener conto di tutti quei criteri che qualche donna ti ha insegnato del tipo "metti le cose dure e le bottiglie sotto, le uova sopra ecc"

Ora ti resta solo da superare con una energica spallata il tizio che raccoglie le offerte prima dell'uscita e la guardia giurata che potrebbe chiederti lo scontrino e poi sarai finalmente fuori.

Non fa niente che hai dimenticato il latte, tu lì dentro , almeno per oggi , non ci torni piu'.

mercoledì 8 febbraio 2012

Come pubblicizzare il tuo blog su Fb

Viene un momento in cui ogni autore di blog decide di attivarsi per far aumentare il numero dei suoi lettori. I motivi possono essere vari, dalla mera vanita' alla voglia di confrontarsi con piu' persone ,dal desiderio di ottenere dei riscontri alla voglia di far arrivare il proprio pensiero alla maggior parte di persone possibile. Spinto un po' da tutti questi motivi, decido che improvvisamente i miei 4 lettori fissi non mi bastano piu', e inizio ad informarmi su come pubblicizzarlo un po'. Son costretto a scartare l'idea di un breve spot pubblicitario durante il superBowl perchè non esiste una versione in inglese del mio blog , decido quindi di ripiegare su Facebook. In realta' un altro modo ci sarebbe , ed è una tecnica adottata da molti: Si va nei blog degli altri , si commenta qualche loro post , poi è buona educazione che la visita e i commenti vengano ricambiati ed alla fine qualcosa racimoli. Pero' su fb si fa molto prima.

Prendi e ti apri una pagina personale collegata al blog , di modo che ogni volta che fai un post lo metti in bacheca e gli altri condividono o mettono il mi piace, e in poco tempo di diffonde.

Questo almeno è quello che credevo , in pratica le cose non vanno proprio così.

Quando la tua pagina è pronta devi iniziare a racimolare gente, a tal scopo cominci ad invitare nella pagina i tuoi amici. Fai un po' di selezione : questo si , questo no, questo non capisce le battute è inutile , questo non so manco chi è quando lo acchiappo in chat devo chiederglielo , questo non accettera' mai , questo massì c'm'n'fott fa' numm'r' ecc ecc ecc

Ora, ovviamente non tutti accetteranno ; magari non sono interessati o forse non hanno neanche letto l'invito, dato che c'è una inflazione di pagine e sei solo la classica goccia nel mare.

Allora te che fai, devi sincerarti che abbian visto, non accetti l'idea che possano aver voluto gli aggiornamenti della pagina degli "amanti del gelato al puffo" e non della tua , quindi li aspetti al varco in chat.(In quei momenti ti senti come l'amico PR , che ti incontra per caso ,ti saluta sorridendo e poi dopo venti secondi di convenevoli ti invita alla serata che "non puoi mancare!)". Non appena escono fai passare qualche secondo poi zac li contatti. "Ue' caro come stai che si dice tutto a posto? Senti ho aperto una pagina fb collegata al mio blog forse non hai letto l'invito, che ne dici di andarci e mettere il mi piace?" A quel punto di solito la gente cede,in fondo non gli costa nulla. Vanno , ti fanno contento , magari leggiucchiano davvero quello che hai scritto e diventano fans. Il fatto è che c'è anche chi ti mente , dicendoti "Si, certo ci vado subito" oppure "Grande!Vado a vedere" , come se tu non potessi accorgerti se i tuoi venti lettori non son diventati ventuno... Decidi comunque di non insistere piu' , attendendo che ti mandino una delle loro richieste di torte alla cioccolata o di una pala che devono zappare la terra in uno di quei giochini intelligenti che fanno. Zappa che te non gli hai mai mandato, in effetti, anche se ne avevano bisogno. Forse è questo il motivo per cui non ti hanno accontentato,pensi. Comunque, dopo i primi giorni esaurisci gli amici interessati, non hai piu' nessuno da invitare e devi solo inserire post ed attendere che le cose facciano il loro corso.Vedi che la gente, intanto, condivide o mette sto "mi piace" a battutacce che erano gia' vecchie all'asilo, aforismi da cioccolattino , passi di canzoni , il tutto contornato da foto di donne tristi o incazzate,animali coccolosi,attori o attrici famosi, mentre le cose che scrivi - che a causa della tua superbia consideri di medio\alta qualita' - non se le fila nessuno. Ogni tanto accedi per notare se c'è qualche fan in piu' , poi vedi che so' sempre gli stessi e inizi a prendertela con gli amici che non condividono le cose che scrivi. Ricordo che quando ero piccolo c'erano i Tamagochi , credetemi erano molto meno stressanti da gestire. Al massimo, se non lo pulivi, moriva affogato nella propria cacca.

Alla fine poi arriva un giorno in cui ci pensi un po' su , ti accorgi che non è che te ne frega poi tanto di mettere in fila centinaia di lettori,che se li tenga tutti il gelato al puffo.

L'importante in fondo è che tu abbia sempre la voglia di scrivere e qualche lettore che abbia voglia di leggerti. E che nessuno provi piu' a chiederti delle pale o degli ingredienti per le torte.

martedì 7 febbraio 2012

In un mondo di soli uomini...

Mi sembra corretto , dopo aver analizzato la realtà alternativa fatta solo di donne, ipotizzare un mondo in cui esse manchino del tutto. In un mondo di soli uomini....



- ogni pertugio, sia esso naturale o artificiale , indipendentemente dalla sua altezza - ma in particolare a circa un metro da terra - non vivrebbe una esistenza serena

-in poche generazioni gli acari della polvere sarebbero lasciati liberi di evolversi e di conquistare la terra

-si utilizzerebbero solo piatti e posate di plastica , anzi le posate sarebbero un optional

-diventerebbero di moda le camicie un po' sgualcite , con i colli non perfettamente stirati

- se il conducente del veicolo che ti precede fa qualche infrazione o compie qualche manovra improbabile allora la prima cosa che verrebbe in mente è che probabilmente è un alieno. Anzi un'aliena.

-verrebbero risparmiati un sacco di alberi con la cui carta si sfornano fotoromanzi, riviste di pettegolezzi , inciuci , intrallazzi , posta del cuore ecc ecc

- anche i poveri animali a cui la natura ha dotato una folta e calda pelliccia sarebbero piu' sereni

- non ci sarebbero piu' premi per i principi che uccidono i draghi e le torri verrebbero scalate per la gloria.

- il "no" acquisirebbe il suo esclusivo significato di negazione ed il "si" vorrebbe dire semplicemente "Si".

-l'essere complicati non sarebbe considerato un pregio di cui inebriarsi .

- Le playstation si fonderebbero in pochi giorni

- si potrebbe rispondere sempre con sincerita' alla domanda : "Allora, come sto?Come mi trovi? "

- sui cubi delle discoteche ci si potrebbe mettere un soprammobile barocco .

-i capelli degli esseri umani avrebbero solo 3 tonalita' (naturali) di colore: biondi , castani , rossi ...

-le suocere non sarebbero piu' un problema .

-nessuno per strada correrebbe il rischio di schiantarsi le parti basse contro un paletto per aver voltato la testa mentre si fa una radiografia ad una che passa sul marciapiede accanto

- sarebbe una tristezza infinita





meno male che ci sono , va' ;)

In un mondo senza il cromosoma Y ...

Qualche anno fa devo aver letto un racconto (o forse visto un episodio di un telefilm ispirato ad un racconto) in cui si ipotizzava una realta' alternativa in cui un virus "uccideva" il cromosoma Y e sulla terra restavano solo esemplari di sesso femminile. Ispirandomi a questo episodio di telefilm ispirato forse a qualche racconto ecco qualche considerazione su come potrebbe essere tale mondo "parallelo":



- le canzoni sarebbero tutte pallose e tristi e con le stesse trame (lei vuole lui , ma lui non esiste. Oppure lei è stata lasciata da lui , ma lui non esiste o ancora lei ama un altro , ma l'altro non esiste )

- non ci sarebbe piu' problema con l'apostrofo nello scrivere un altro e un'altra , si mette sempre e non ci sono dubbi

- la ricerca medica investirebbe molti piu' fondi nell'alleviare i dolori legati alla sindrome mestruale , nella cura del brufolo in faccia prima di un appuntamento e nei dolori ai piedi a causa delle scarpe col tacco

- verrebbero commessi decisamente meno reati

- i muri dei palazzi verrebbero dipinti abbinandoli al colore degli infissi

- un solo scarafaggio potrebbe scatenare il panico in ogni casa, fino all'arrivo del giorno della sua morte naturale. 

- se si rompe il tubo dell'acqua l'unica soluzione  sarebbe quella di cambiare casa .

-i barattoli di legumi rimarrebbero chiusi per anni fino a quando una donna , nel 2045 , inventera' uno strumento, che brevettera' con il nome nostalgico di "U.o.m.o." capace di produrre la forza necessaria a svitarli.

-le areee di parcheggio verrebbero aumentate del 20% di lunghezza e la lunghezza dell'auto media diminuita del 15%

-le industrie del cinema horror , action ,trhiller e i canali sportivi , fallirebbero tutte .

-nei romanzi comici toccherebbe inserire un sacco di note a pie' di pagina per spiegare le battute di volta in volta *

- le uniche guerre sarebbero quelle del primo giorno di saldi per accaparrarsi i capi migliori

- tutte le auto avrebbero i paraurti di gomma

- le quote rosa verrebbero assicurate in maniera effettiva

- le donne , non avendo nessuno che fa finta di ascoltarle mentre si lamentano, parlerebbero da sole

- I macchinari del Cern di Ginevra verrebbero utilizzati per creare e studiare  761 nuovi colori per smalto.

- esisterebbe il reato di "acconciatura non conforme a quella richiesta" , destinato alle parrucchiere , e verrebbe punito con la reclusione da 6 mesi a un anno

- ogni palazzo avrebbe dei vetri a specchio per poter controllare se il trucco regge.

 
 
 
* perchè non le capiscono (per le donne)
 
 

lunedì 6 febbraio 2012

Io e René


Nel post precedente vi ho accennato al fatto di aver visitato la mostra di Magritte al museo
Albertina di Vienna. Ora , non sono certo un esperto d'arte, in quanto ne capisco quanto ne capisco di chimica , pero' questa mostra mi è piaciuta talmente tanto da volerci scrivere qualche rigo, ovviamente in maniera non tecnica e per nulla competente.
Vedete questo quadro?


Non so nemmeno dirvi se quello sia azzurro o celeste pero' vi assicuro che dal vivo è qualcosa di assurdo... il cielo "con nuvole sparse" è presente in diversi quadri dell'artista, e sembrano tutte finestre nelle pareti del museo. Altri temi ricorrenti sono la luce ed il buio , il corpo femminile (quasi sempre o nudo o incompleto, mentre quello maschile è vestito in maniera elegante) e elementi surreali.
Uno dei quadri piu' famosi dell'artista è questo:

In pratica M. face ingrippare un po' di persone che si chiesero "come non è una pipa?" "E che re' nu cammell?" Quello che il pittore voleva dire è che è il DISEGNO di una pipa. Alla fine ne nacque una discussione sulla differenza tra la realta' e la rappresentazione di essa con relative discussioni filosofiche , il senso è che per quanto la si possa rappresentare realisticamente essa resta comunque solo un disegno. Lo stesso concetto venne ribadito anche in un altro quadro ,per una mela. Vabbè comunque andiamo avanti,che il tema è gia' stato ampiamente trattato e chissa' quante volte lo avrete gia' letto.
Niente, questo è stato uno di quelli che mi han fatto pensare "Questo lo metterei appeso in salotto".

Per gli amici dylandogghiani , ho anche visto da vicino "Golconda"!

Grande artista Magritte.Del resto, come puo' non essere simpatico uno che fa questo quadro

e lo chiama " The Anniversary " ?

Un napoletano a Vienna

Visto che l'Italia in questi giorni è attraversata da temperature basse e neve e quindi comunque avrei preso freddo,ho deciso di fare una piccola vacanza a Vienna. In questo modo,inoltre, potevo anche testare al massimo le potenzialita' delle nuove magliette della salute che ho comprato due settimane fa in offerta.


Prima di iniziare devo far una doverosa precisazione, alcune persone prima di organizzare una vacanza vanno su google e scrivono " cose da fare a Vienna " e " cosa vedere a Vienna " e quindi il motore di ricerca potrebbe piombarle qui. Cari malcapitati , non credo di potervi fornire le informazioni utili che state cercando , pero' se avete tempo e restate a leggere qualche dritta ve la piazzo qui e li , tra una cassata e l'altra.Allora...

Cosa c'è a Vienna?



Nu ddi'e'fridd!!

(un freddo divino, per i non napoletani)

(eccomi in corrispondenza di un palazzo di cui non so il nome e la funzione , con sullo sfondo una pista di quello sport dove si guarda la gente scivolare e farsi male alle chiappe)

Se vi fate problemi perchè non parlate una parola di austriaco non preoccupatevi , qui non lo fanno neanche loro: Sembra sia una lingua talmente difficile che abbiano deciso di adottare il Tedesco.Volete altri consigli? Copritevi bene ogni parte del corpo e per strada fate attenzione a non scivolare sulle pipi dei cani ghiacciate.Fatevi la Vienna-card :18 euro e potete prendere tutte le metropolitane che volete, pero' ricordatevi poi di metterle a posto, non facciamo i soliti italiani che ci facciamo riconoscere. A proposito , mi è successa una cosa incredibile: in tre giorni non ho incontrato nemmeno un altro napoletano! Comunque l'albergo era carino, vicino alla metropolitana (efficientissima e con addirittura i sedili riscaldati che ti metteresti la copertella ed addormenteresti)unica pecca era il fatto che il personale avesse la mia stessa concezione del "pulire una camera" , quando avrei gradito avessero quella di mia madre.Passiamo al cibo, mi preoccupava che gli austriaci mangiassero tutto scìscì ed invece anche qui so' belli puorc! Il piatto tipico e' lo SChisflivhdshauzell o come si chiama -non me lo ricordo - in pratica è na cutalett bella massiccia. Poi fanno zuppe calde wurstel giganti sasicce insomma non si mangia male, tra l'altro i prezzi dei pub sono abbordabili, anche se non ne ho comprato nessuno perchè non sapevo cosa farmene di un pub a Vienna, sarebbe stato un casino da gestire, insomma o ti trasferisci lì o metti qualcuno di fiducia...

Vabbè torniamo a noi , la citta' è disseminata di cafe' , dove la gente va a ristorarsi dopo aver fatto qualche passo a piedi dato che fa freddo e dal punto A al punto B qualche sosta la devi fare. dentro c'è il tipico dolce del luogo (che non è la Viennetta) ma la torta Sacher , che qui è come la pizza margherita da noi. Vienna offre comunque anche monumenti come chiese, cattedrali ,palazzi reali, palazzi immaginari , la casa di Mozart ( ho bussato ma sembra non fosse in casa, forse dovevo telefonare prima) musei praticamente su tutto ( son andato al museo Albertina a vedere la mostra su Magritte, bellissima , ve ne parlero' nel prossimo post) poi c'è la ruota panoramica , sinceramente carina ma non fondamentale da vedere , dato che la vista della citta' la si apprezza anche meglio dalla reggia di Schonbrunn .


 Chiudo con una piccola curiosita': il bagno della stazione Karlplatz , dove è possibile evacuare con il sottofondo delle note di un valzer di Strauss . Se ci passa qualche altro napoletano spero non rubi l'idea, altrimenti tra poco a piazza Garibaldi avremo " O' Cess Neomelodico" ...

mercoledì 1 febbraio 2012

Piove (mica ve ne eravate accorti?)

A volte quando si è in crisi di ispirazione basta guardare fuori dalla finestra per trovare qualcosa di cui scrivere.

La pioggia è un fenomeno atmosferico che si verifica in presenza di determinate condizioni: a) i tuoi amici hanno prenotato la partita di calcetto almeno cinque giorni fa b) sei sceso senza ombrello nonostante tua madre si fosse premurata di avvisarti che fosse nuvoloso e tu hai detto "Siiiiiii" e c) hai appena portato la macchina a lavare (questa è la famosa teoria tripartita )

Un tempo quando non c'erano ancora la salsa , la macarena e il valzer, gli uomini facevano la danza della pioggia, ufficialmente per far piovere ma in realta' con la speranza che una donna del villaggio si unisse al movimento. Qualche volta il ballerino di turno avra' acchiappato e per pura coincidenza avra' pure piovuto dopo, e cio' ha creato il famoso detto "wa e' fatt' venì a chiovere" , utilizzato quando uno fa una cosa che non fa quasi mai.

La pioggia che cade a Napoli ha l'incredibile proprieta' fisica di riuscire a sgretolare l'asfalto messo appena pochi giorni prima dalla ditta incaricata dal Comune, creando voragini che nemmeno un meteorite , in proporzione alle dimensioni, sarebbe in grado di fare. Se a Napoli togli il sole è un problema, perchè resta solo il mare, e dire "ma cca' teniimm o mare" non fa lo stesso effetto. Comunque una giornata di pioggia inizia di solito in maniera piu' o meno gradevole, vieni svegliato dal ticchettio delle gocce sulla finestra , ti alzi , cercando di ricordare a che ora era la partitella elaborando un ottimistico "vabbe' per quell'ora avra' finito" , dimenticando che il record storico è di 40 giorni e 40 notti consecutive , mentre tua madre non ti dice nemmeno buongiorno ma "Ge', ma oggi anche se piove giocate?" e tu, con la saggezza acquisita negli anni, dici solo "non lo so , penso di no, devo sentire gli altri"

Quando piove la gente sta attenta a che scarpe mettersi, perchè di solito si finisce in qualche pozzanghera o schizzati da qualche macchina , pero' non sempre sta attenta a portare con se l'ombrello, ma questo è tranquillamente da imputare come colpa ai modelli televisivi e cinematografici sbagliati che vengono forniti alla societa' , con tutta quella gente figa che cammina sotto la pioggia con i capelli bagnati e l'aria di chi non viene scalfito da nulla. Forse la colpa è in parte anche degli ombrelli medi, che amano scassarsi dopo pochi usi ed in particolare farsi ribaltare dal vento che poi li metti a posto ma non tornano piu' quelli di prima. E' che poi se prendi l'ombrello grande sembra che ci devi mettere sotto tutta la famiglia, ed allora io mi chiedo: Perchè non producono ombrelli da dimensioni medie, diciamo da due persone che è pure romantico che se cammini con la ragazza poi per non far bagnare lei poi ti bagni sempre un po' almeno il braccio te che sei piu' alto? purtroppo la potentissima lobby degli ombrelli non ci sente e nell'indifferenza della societa' civile continua a fare i suoi comodi.Sono in attesa che il nuovo governo tecnico decida di affrontare anche questo nuovo nemico. 
Ah,oggi al tempo di internet quando piove la gente sente il bisogno di comunicarlo  agli altri,per non parlare di chi si mette anche a scrivere post un po' lunghetti pieni di cose stupide, sapendo che, almeno quando piove, c'è persino gente che li legge.


wait the rainbow